Mercoledì 2 giugno 2021, alle ore 9.30, presso la tensostruttura dell’oratorio di Verdellino si è riunito il Consiglio Pastorale Territoriale, convocato dal Vicario Territoriale don Alberto Caravina.

All’incontro erano presenti i laici nominati, i coordinatori delle Terre Esistenziali (TE), il Moderatore della Fraternità Presbiterale e il Vice Moderatore.

Il Vicario ha dato il benvenuto a tutti, con la gioia di rivedersi di persona dopo tanto tempo a causa del coronavirus, e ha introdotto i lavori come da ordine del giorno, guidando la preghiera di invocazione allo Spirito Santo.

È seguita quindi la condivisione del lavoro fatto in questi mesi in modalità telematica e delle prospettive da parte dei componenti delle cinque Terre Esistenziali, con alcune integrazioni da parte dei coordinatori.

È quindi intervenuto il Vicario: nell’ottobre scorso la nostra CET sembrava immobile, mentre ora emerge il desiderio pur faticoso di raccontarsi, insieme alla forte domanda: e ora? chi siamo? quale è il nostro compito? La CET non deve diventare un’azienda consortile, un tavolo di progetto sociale, un centro per il lavoro o un centro educativo. A cosa serve allora questa fatica? Stiamo provando questo lavoro rispondendo ad un desiderio del Vescovo di riformare la Chiesa, perché la Chiesa di Bergamo cambi un po’ e trovi nuova forma. Oggi il Vangelo ci chiede uno stile di presenza a cui non siamo abituati: obiettivo è provare a fare un servizio alla Chiesa esercitando lo sguardo, uno sguardo capace di andare a vedere il bello che c’è. Abbiamo fatto un lavoro, come fare ora a scuotere la Chiesa? Ci vuole calma, è un percorso lungo, dobbiamo allenarci. L’anno prossimo ci saranno 4 incontri del Consiglio Pastorale Territoriale, luogo di sintesi periodica e di rilancio del lavoro, mentre l’incontro fra i coordinatori accompagna il cammino delle Terre Esistenziali, valutando ogni volta come riprendere e andare avanti. La nostra fatica è anche delle altre CET (nessuna ha rispettato il compito dato dal Vescovo) ed i Vicari Territoriali incontreranno a breve il Vescovo.

Pone quindi come priorità:

  • riscegliere, esercitare lo sguardo rivolto verso il territorio, uno sguardo gratuito e disinteressato anche in termini produttivi, in modo umile – che non vuol dire inutile;
  • uno sguardo che diventa esercizio di narrazione in una logica evangelica (es. cambiare la formazione con sguardo evangelico), sguardo anche critico su ciò che viene avanti e sul nostro modo di essere credenti oggi (es. scelte europee e della Chiesa).

Invita, inoltre, a tenere gli occhi aperti anche quest’estate, ad andare avanti nei tentativi, ad incrociarsi fra gruppi, avendo presente la domanda: chi siamo e come andare avanti?

Informa infine che il pellegrinaggio pastorale del Vescovo farà tappa presso la nostra CET nel maggio 2022 e che il Sinodo indetto di recente dal Papa aprirà un percorso che per ora non si conosce.

Questa la sintesi del dibattito che ne è seguito:

  • il gruppo ha trovato utile il confronto con altre CET e invita i presenti a contattarle; in proposito il Vicario ritiene necessario un radicamento più nel territorio;
  • insieme alla calma dobbiamo anche osare: quale rapporto con le Parrocchie? Non siamo conosciuti/riconosciuti e c’è separatezza fra “Chiesa in uscita” (CET) e “Chiesa storica” (Parrocchia). Il rapporto non deve essere o/o, ma e/e, sostanziale e non astratto: con quali canali di dialogo? Necessario il lavoro in comune con altra TE. C’è la fatica a stare in questo percorso ove si costruisce passo dopo passo, serve avere una pista su cui orientarsi;
  • è utile sia incrociare gli sguardi di altre TE, sia collaborare con altre CET, sono ricchezza ed interrelazione;
  • grazie perché la sintesi è stata occasione per capire meglio, ma è meglio rimandare la discussione sui punti emersi ad altre sedi;
  • non dobbiamo avere ansia; viene sottolineata la passione emersa sui temi che si sta condividendo, per la quale si ringrazia; nel gruppo si è creata una buona atmosfera al di là dei temi trattati; la collaborazione fra le TE può proseguire;
  • importanti i momenti trasversali perché le TE non sono categorie a sé, ma interagiscono nella vita delle persone: sulla strada si incrociano sentieri diversi e tutti noi siamo competenti su altre TE, così si valorizza ciò che c’è dentro di noi e nel territorio; la tematica del lavoro deve essere correlata alla festa, valore riconosciuto come tempo che è altro: quale rispetto per questo tempo nel mondo del lavoro?
  • andare avanti nell’esercizio dello sguardo, a cui la Chiesa è poco abituata, per tre motivi: il gusto della conoscenza e della scoperta, l’incontro e la relazione con la tessitura di legami, la sintesi e narrazione; azioni che sono la linfa del nostro lavoro; è importante la ricerca di modalità di relazione con le parrocchie per offrire consapevolezza (rispetto le ricchezze presenti, es. scuole infanzia), respiro (non aver fretta), interezza (noi e anche le nostre parrocchie abbiamo bisogno di mettere insieme i pezzi).

Ha preso quindi nuovamente la parola il Vicario: il rapporto CET-Parrocchie è da porre al Vescovo; possibili passi nel nostro territorio potrebbero essere l’incontro con un Consiglio Pastorale Parrocchiale e poi l’incontro con i preti; ricorda la possibilità di coinvolgere altre persone nei lavori delle TE per avere ulteriori contributi; la collaborazione fra le TE non deve essere spontaneistica, ma da decidere all’interno del gruppo dei coordinatori, facendone maturare le possibilità; informa che a livello diocesano è previsto un incontro dei Coordinatori di tutte le CET, come già avvenuto in precedenza; infine ringrazia e saluta tutti i presenti.

L’incontro si è concluso con un momento di preghiera.

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