Giovedì 24 febbraio 2022, presso l’oratorio di Mozzo, si è riunito il Consiglio Pastorale Territoriale della nostra Comunità ecclesiale territoriale, convocato dal Vicario Territoriale don Alberto Caravina, insieme al Consiglio Pastorale Territoriale della Cet 12 guidato dal Vicario Territoriale don Giulio Albani.

Dopo la preghiera, don Alberto ha introdotto l’incontro ringraziando il dott. Cinquini, Responsabile dell’Ufficio di Piano dell’Ambito Territoriale di Dalmine, cui era stato chiesto di presentare il Piano di Zona 2021-2023, e informando i presenti che i Vicari Territoriali della Cet 12 e della Cet 13 hanno firmato l’Accordo di Programma con l’Ambito di Dalmine, consapevoli che quanto avviene nell’Ambito stesso interessa direttamente le nostre comunità, per cui occorre esserci perché in esso si gioca qualcosa di importante.

Viene quindi lasciata la parola al dott. Cinquini che in apertura riconosce significativo l’incontrarsi e, pur su una materia tecnica, relaziona in modo leggero sul Piano di Zona, con tono da “chiacchierata”. Al termine della relazione, interviene don Alberto, che trova similitudini nel rapporto Ambito/Comuni con quello tra Cet/Parrocchie, per il tentativo di costruire relazioni e dialogo e per l’attenzione alla vita delle persone-cittadini. Questo incontro è per noi una occasione unica, in quanto permette un lavoro sintonizzato fra le due Cet e la conoscenza del territorio e dell’Ambito di Dalmine, che coincide con le parrocchie delle Cet 12 e 13, oltre a Urgnano.

Si apre quindi il dibattito, con domande/risposte e considerazioni, qui sintetizzato:

  • quale differenza fra la forma gestionale attuale e l’azienda consortile che si vuole costituire? L’Ambito ora non ha personalità giuridica e il cambiamento permette una autonomia dal punto di vista amministrativo e maggiore velocità di azione (es. per le assunzioni);
  • quale incidenza ha il Reddito di Cittadinanza nel nostro territorio? Circa 1.000 beneficiari, è uno strumento che ha aiutato persone bisognose, ma che presenta criticità su cui intervenire;
  • da dove vengono le erogazioni economiche e sono sufficienti? Dallo Stato e dalla Regione (stanno aumentando e strutturandosi), dai Comuni con fondi di solidarietà, da una quota dei servizi a consumo erogati dall’Ambito ai Comuni. Ora abbiamo più soldi rispetto alla capacità di utilizzo; le risorse ci sono, il problema sono i molti vincoli soprattutto regionali nell’utilizzo;
  • e il mondo dei giovani? Storicamente non ce ne siamo occupati, ma ora c’è un’attenzione dentro la nuova area Prevenzione con il Progetto giovani;
  • ci saranno Case della Comunità nel nostro Ambito? Sappiamo che ci saranno a Dalmine e a Zanica col potenziamento dell’attuale Distretto, mentre c’è una proposta, attualmente ferma, per Osio Sotto.

Riprende la parola don Alberto, che sottolinea come l’intervento del dott. Cinquini abbia offerto una bussola di orientamento per aiutarci a leggere il Piano di Zona, ove troviamo anche diversi dati; obiettivo della Cet è sentirsi dentro queste questioni, anzi le Parrocchie già ne sono parte (ad es. tramite gli oratori); non siamo abituati a questa realtà perché di solito vediamo le cose a partire dalla nostra parrocchia, mentre ora con questi strumenti possiamo fare un ulteriore passo avanti; è un mondo a cui non siamo abituati, ma anche questo è essere Chiesa in uscita. Inoltre, dobbiamo riconoscere che dentro l’Ambito ci sono tanti cristiani che stanno lavorando su questioni decisive per il futuro del Vangelo.

Altre domande per il dott. Cinquini:

  • nel nostro Ambito c’è bassa disoccupazione, ma i redditi sono diversi nelle varie zone, si prevedono progetti in questo settore? La nostra attenzione è su situazioni di fragilità e emarginazione, la nostra mission è osservarle e accompagnarle, non le politiche del lavoro;
  • nei Comuni i Servizi Sociali non sono una priorità, l’Ambito aiuta a far crescere la sussidiarietà e la responsabilità territoriale? È un equilibrio sempre da costruire, tuttavia è aumentata la consapevolezza e la crescita reciproca del fare insieme. Dai Comuni non c’è delega all’Ambito, ma stimolo; l’Ambito è sempre più di supporto, ma più lento dovendo trovare consenso con i 17 Comuni, per questo diventando azienda speciale potrà porre le basi per le sfide future. I Servizi Sociali non sono secondari, ma molto dipende anche dai Programmi Elettorali delle singole amministrazioni;
  • c’è una riduzione dell’impegno di spesa per i Servizi Sociali? Al contrario, negli ultimi 10 anni c’è stato un incremento di spesa, c’è un alto investimento, ma con bisogni aumentati di molto (es. assistenza educativa nelle scuole). La responsabilità e la sussidiarietà sono da portare avanti insieme: pensiamo alla situazione delle famiglie, ai legami nelle comunità, alle criticità quali ad es. il gioco d’azzardo, etc.

Don Alberto interviene ancora evidenziando che il rischio è quello di focalizzarsi sulle risorse economiche, mentre c’è un problema di sostenibilità, ad es. dei servizi per i disabili. Stiamo vivendo in un modo non sostenibile che crea scarti, è una riflessione da fare anche come comunità cristiana: ci sono altri modi di funzionare? Quale contributo per far crescere e tenere uno sguardo più ampio?

Per il dott. Cinquini è importante stare sulle domande insieme, non cercare subito risposte e comunque cercarle insieme: ad es., perché tanti casi psichiatrici?

Sul rapporto tra Ambito, Parrocchie e Centri d’Ascolto Caritas (Cpac), don Alberto ricorda che la Parrocchia non è solo Cpac, perché la carità è fatta di diverse espressioni. I Cpac hanno già provato a mettersi insieme su alcuni Progetti, interpellati dai Comuni o dall’Ambito. Nella Cet 13 si è costituita la Commissione stabile Cpac e Caritas: stiamo imparando a parlare fra di noi e poi con l’Ambito, cercando di superare il rischio di restare fermi al proprio campanile. Operatori Caritas già stanno partecipando a tavoli di lavoro, in una collaborazione intraecclesiale e con le agenzie del territorio.

Don Giulio ha concluso l’incontro ringraziando il relatore ed i presenti, e rimarcando in particolare due aspetti:

  • l’importanza di rimanere sui perché, di riflettere, di aiutarci a tenere vive le domande su queste questioni;
  • la possibilità di far seguire altre occasioni di incontro con il dott. Cinquini e fra i due Consigli della Cet 12 e della Cet 13.

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