Venerdì 10 maggio 2019, alle ore 18.30 presso l’oratorio di Zanica, si è riunito il Consiglio Pastorale Territoriale, convocato dal Vicario Territoriale don Alberto Caravina.
All’incontro erano presenti i coordinatori delle Terre Esistenziali, il Vice Moderatore della Fraternità Presbiterale e numerosi consiglieri.
Dopo il buffet iniziale e la preghiera guidata dal Vicario, l’incontro è stato introdotto dalla proiezione di un power point, in cui venivano ripresi i passaggi più importanti del discorso del Vescovo all’Assemblea di Chiuduno e venivano proposti alcuni stimoli per il confronto nei gruppi:
Quali emozioni sono state suscitate in noi all’ascolto del Vescovo, allora, e nel rileggere, oggi, alcuni concetti di fondo?
In cosa ci riconosciamo? Cosa ci appartiene o ci entusiasma?
Cosa ci spaventa o ci preoccupa ?
Sono stati quindi organizzati quattro gruppi eterogenei per il confronto su tali provocazioni.
Al termine, nella ripresa assembleare si sono condivisi i principali aspetti emersi:
– Le emozioni prevalenti sono state di condivisione positiva e di apprezzamento del discorso del Vescovo, in particolare rispetto all’affermazione “fare la vita bella e non la bella vita”. C’è preoccupazione rispetto a cosa significhi concretamente andare verso le Terre Esistenziali e la Comunità Ecclesiale Territoriale. Apprezzato è stato anche l’accento sul non creare produttività, ma generatività, sul cammino più che sui risultati. C’è tuttavia fatica considerando il cambiamento della realtà attuale rispetto a tempo fa.
– La parole-chiave emerse sono: la bellezza, che è la capacità di stupirsi e vedere il bello dove non pensavamo, uscire dagli schemi e cogliere il nuovo; la comunità, ovvero sentirci noi CET, comunità con capacità generativa; la semplicità, che è poter fare cose significative che lascino il segno, per incontrare l’altro; il cammino o processo, con la possibilità di riscoprire l’umanità e con la fatica a lasciare il “vecchio” per nuove forme.
– Il discorso del Vescovo è piaciuto a tutti, pur essendo impegnativo in alcuni passaggi. Siamo chiamati ad uscire, ad un cambiamento che riguarda sia laici che presbiteri, perché la Chiesa è un po’ statica. È un cammino senza fretta, un cammino verso l’umanità, che coinvolge tutti, tutti coloro che sono attorno a noi nel territorio.
– Il discorso del Vescovo è stato vissuto con calore; in particolare ha entusiasmato la chiamata alla responsabilità che tuttavia pone domande: cosa fare? Perché io? E’ un processo, quindi tutto da fare, e non un prodotto. Qualcuno ha percepito una “spoliazione” dell’identità cristiana. Andare nel mondo è accattivante, ma spaventa, ed è importante il rispetto dei tempi, quindi con calma. È importante cambiare lo sguardo sul mondo. C’è un senso di gratitudine per l’opportunità che ci viene data.
Il Vicario ha quindi ringraziato per la presenza ed il lavoro svolto: il Vescovo ci ha consegnato un discorso che si apre al nuovo, su cui si continuerà a confrontarci. La nostra CET ha iniziato a muoversi: si tratta ora di capire in quale direzione, e quali modalità di scambio perché i quattro incontri annuali previsti dallo Statuto sembrano pochi. Ha poi informato che i Parroci entro luglio indicheranno un Referente Parrocchiale, come da Statuto, con il compito di mantenere contatti fra i Consigli Pastorali Parrocchiali ed il Consiglio Pastorale Territoriale. Infine, ha invitato tutti ad essere “antenne” ed ascoltare il territorio.