Mercoledì 14 ottobre 2020, presso l’oratorio di Stezzano, si è riunito il Consiglio Pastorale Territoriale, convocato dal Vicario Territoriale don Alberto Caravina.

All’incontro erano presenti numerosi consiglieri laici, i coordinatori delle Terre Esistenziali, il Moderatore della Fraternità Presbiterale e il Vice Moderatore.

Dopo la preghiera iniziale ed i saluti, il Vicario riprende alcuni aspetti dell’Assemblea Diocesana tenuta lo scorso settembre, i rilanci del Vescovo e la Lettera Pastorale 2020-2021. Il lavoro iniziato è da proseguire e più nei gruppi delle Terre Esistenziali che nelle Assemblee: perciò l’incontro odierno intende fare il punto su come ci siamo mossi e come ripartire, anche in preparazione all’incontro col Vescovo del 27 novembre.

I coordinatori presentano quindi un breve racconto rispetto la propria TE.

Cittadinanza: le persone del gruppo sono state fedeli ed hanno partecipato con passione ai 4-5 incontri in presenza o a distanza. L’idea di fondo è: provare a declinare la “Chiesa in uscita” di Papa Francesco, incontrando realtà poco conosciute e marginali che parlassero con la loro azione di cittadinanza. Abbiamo incontrato un gruppo di donne di Verdello che si occupa di alfabetizzazione con persone immigrate: è stata una infusione di energia ed abbiamo sentito che andare a incontrare ha un senso. Il lockdown non ha permesso di continuare con un altro gruppo. Abbiamo ripreso a settembre e abbiamo sentito alcuni sacerdoti delle nostre comunità rispetto il loro sentire nella pandemia.

È un percorso non esente da fatiche, da costruire cammin facendo: lo sapevamo e oggi lo sentiamo ancor di più. È una sfida non prendere scorciatoie, ma vivere la novità che è la CET dove c’è da vedere il bene nel quotidiano; è fatica a star dentro l’incerto e l’incompiuto, come è la realtà di tanti concittadini; è disorientamento perché è più facile il “fare così” che domandarsi: “come stare dentro questa situazione?” No quindi a risposte troppo facili e rassicuranti perché sacrifica la bellezza e originalità dei gruppi.

Il Vicario precisa che è necessario scegliere lo stile di lavoro su cui proseguire: fare ricerca di quello che c’è nel territorio o considerare i compiti affidati dal Vescovo in Assemblea ai CPT.

Fragilità: in questi mesi abbiamo sperimentato il nostro essere fragili e precari. Avevamo pianificato incontri con realtà significative ove la fragilità viene vissuta in modi originali e con sguardi diversi: una comunità per minori, l’incontro con un assessore, un condominio a misura di anziani, etc., ma il tutto è stato interrotto dalla pandemia. Ci sono stati alcuni tentativi di incontro senza riuscirci e ci siamo sfilacciati. Tuttavia uno dei membri è stato coinvolto in una significativa iniziativa diocesana, che come TE sarebbe interessante approfondire.

Si tratta del Fondo Diocesano “Ricominciamo insieme”; questi i numeri aggiornati: 115 domande inviate, 69 con esito positivo e altre in fase di valutazione, 189.000,00 euro circa erogati nella nostra CET. Si rivolge ad aziende e famiglie in difficoltà causa covid, italiane e di altre nazionalità. È stato attivato il coordinamento di un gruppo di volontari di 35 persone; il riferimento è la Caritas Diocesana e sono coinvolti i Centri di Ascolto, le Caritas e le parrocchie, luoghi di intercettazione di bisogni e fragilità da parte di persone che usualmente non si presentano. Il lavoro di verifica delle domande è impegnativo per capire il reale bisogno e discriminare se la situazione è dovuta al covid o cronica. C’è un alto investimento economico dalla Diocesi e di un istituto bancario per un totale di 10 milioni di euro. È un’esperienza interessante come CET, un’opportunità per vedersi come gruppo interparrocchiale, un modo per sostenere la collaborazione nel nostro territorio.

Lavoro e festa: oltre a contatti telefonici, abbiamo fatto un incontro online per condividere vissuti e ragionare sui percorsi, con l’obiettivo di tenere insieme il gruppo e proseguire il lavoro. Abbiamo incontrato una giovane lavoratrice, intervistata sul periodo covid e su come viveva il mondo del lavoro: è stata un’esperienza significativa e profonda. I prossimi giorni parteciperemo presso il Km Rosso all’incontro su The Economy of Francesco, momento del percorso formativo iniziato. Con don Cristiano Re sono stati fatti incontri e avviata la collaborazione con la TE di un’altra CET per indirizzarsi alla scoperta di quanto c’è nel nostro territorio. Da valutare se coinvolgersi nell’esperienza del Tavolo Dalmine, attivata da alcuni anni nell’allora Vicariato Dalmine-Stezzano.

Tradizione: è importante anzitutto dare significato a questo termine; la parola è desueta e superata, e vuol dire tramandare. A livello personale i mesi passati l’hanno fortemente travolto: nel suo territorio di origine ha assistito a tanti anziani deceduti e si sono aperti importanti interrogativi: cosa significa? E le radici? E i giovani? Cosa diventa significativo della mia tradizione? Il covid ha riproposto il tema “tradizione” e la parola stessa è da ri-significare. Come gruppo non ci siamo visti; avevamo delineato un percorso: incontrare i responsabili delle scuole materne, ove varie tradizioni culturali si confrontano, poi si è fermato tutto, scuole comprese. Ora ci dobbiamo vedere e valutare se riprendere o no questo progetto, vista la situazione attuale.

Relazioni d’amore: avevamo individuato un percorso interessante su adozioni e affidi, per far cogliere il bello e il buono nella coppia, con un calendario di incontri e persone disponibili, e poi si è interrotto tutto. Un video-incontro non è stato ritenuto opportuno per l’argomento troppo delicato e col rischio di perdere sensazioni. Abbiamo rimandato prendendo tempo e invece la situazione covid non si è risolta a breve. La proposta di condividere letture non ha avuto molti riscontri, anche perché nel gruppo qualcuno stava vivendo in prima persona esperienze laceranti (infermiera in clinica), che ha condiviso col gruppo e che ringraziamo. Si è pensato allora di ascoltare le famiglie per capire come avevano vissuto il lockdown, cercando il “bello e buono”, e riporta alcune esperienze di vita; è stato fatto un breve questionario inoltrato al Consiglio Pastorale di Verdello, ma ha avuto una sola risposta oltre a poche altre da fuori CET. Forse c’era bisogno di silenzio e rielaborazione. E ora ripartiamo.

Il Vicario dà quindi spazio ai consiglieri per il dibattito, e per decidere se continuare su queste linee o cambiare provando quanto detto dal Vescovo (vengono elencati i compiti affidati ai CPT), consapevole che, dopo i tentativi dei primi passi, è arrivata la “gelata”.

Questi gli interventi:

  • le relazioni sono valide; abbiamo fatto fatica a lavorare in questi mesi. Propone di continuare di questo passo mettendo in luce il bello e il buono; come TE provo a ributtarmi anche se ho ancora un po’ di confusione;
  • ringrazia delle relazioni che hanno fatto il quadro; come TE abbiamo dovuto fare i conti con la situazione che ha anche stimolato la fantasia. In Assemblea il Vescovo ha dato indicazioni precise mentre prima diceva di rallentare; propone di proseguire su questa linea;
  • in questi mesi ha colto il lavoro della CET ancora più profetico, esperienza di Chiesa che ha mostrato la sua fragilità, spazio per esercizio di ascolto. Il piccolo tentativo iniziato nella CET è la traiettoria giusta; nel frattempo il lungo silenzio ha mostrato la fragilità di questa CET che un po’ c’è e un po’ no, ed è da accettare. La scuola è luogo dove le famiglie e le tradizioni si incrociano, ma l’evento covid ha creato un mondo prima e uno dopo: ora si può fare? È stato colpito dalle suggestioni su famiglie e casa: un po’ tutto è in ritirata, mentre hanno tenuto le famiglie che hanno fatto molto, e davvero casa è “chiesa domestica”. Propone uno spunto per ripartire: da quello che è accaduto a noi, dove la vita ci ha chiamato.

Il Vicario interviene: il Vescovo crede alla bontà della profezia della CET, sapendo che il luogo dove essa può capitare non è il Consiglio Pastorale Territoriale, che fa scelte, ma le Terre Esistenziali che sono il “cuore e polmoni”. Inoltre i 5 gruppi possono venire integrati da altre presenze, che accompagnano anche solo per un pezzo il lavoro. Il lavoro della CET vede come grandi protagonisti i laici, voi con i vostri coordinatori.

Altri interventi:

  • don Giuseppe Bellini considera il lavoro meno efficiente, ma anche più essenziale, e il cammino intrapreso è essenziale. Il Vescovo dà spunti, ma se avete preso questa linea seguitela. Consiglia di dare qualche spunto ai nostri territori;
  • ci siamo sentiti, ma in modo diverso, tutti accumunati dal senso di fragilità e di solitudine. Ritiene di continuare il cammino iniziato, al di là di quanto indicato dal Vescovo;
  • pur valutando anche quanto detto dal Vescovo, concorda sul proseguire la linea scelta all’inizio del cammino altrimenti il poco fatto viene vanificato. Nella TE tradizione dobbiamo ritrovarci e valutare, vista la situazione attuale delle scuole;
  • non dobbiamo farci prendere dalla frenesia del compito, ma vedere ciò che accade e dove accade, come detto dal Vescovo. Ritiene di riprendere il nostro cammino e potranno emergere osservazioni da fare a comuni, scuole, etc. senza farsi prendere dall’ansia perché c’è tempo fino a giugno. Quanto dice il Vescovo è comunque una svolta e ci dà una sveglia;
  • abbiamo bisogno ancora di tempo per completare il nostro percorso, considerando le interruzioni per il covid. Personalmente le hanno fatto piacere i compiti affidati dal Vescovo: era una sua preoccupazione, dopo aver visto e incontrato, il “e poi cosa ne facciamo?”. Impegno delle TE è anche pensare cosa possiamo fare come interlocutori del nostro territorio, e quindi è importante concretizzare. Il Vescovo dà un input: arrivare al sodo, darsi una smossa, passare dal livello di analisi a quale tipo di collaborazione fuori dalla parrocchia;
  • il percorso che abbiamo attivato è fare niente? Non è tangibile, ma sta producendo? Non ritiene sia stata una perdita di tempo;
  • avevamo iniziato con la figura di Abramo che delinea una strada nuova; abbiamo cominciato a fare qualcosa studiando la situazione, anche se nel frattempo è già superata. Fa piacere la richiesta di concretizzare; ma è presto perché siamo stati bloccati. Ora dobbiamo uscire da questa situazione di stallo ma non so se abbiamo tempo da qui a giugno;
  • è importante la relazione fra di noi e con le persone che cercheremo di intercettare. Essenzialità è una scelta come TE oggi, che non è come 8 mesi fa: cosa è essenziale dal mio punto di vista? Allora forse può nascere la proposta a comuni, consigli pastorali, parrocchie, etc., ed i tempi non devono essere vincolanti, può nascere dopo pochi o tanti incontri. Concorda nel cercare di giungere all’operatività, ma prima ci sono la relazione e l’incontro con le persone, oggi ancora più necessario.

Il Vicario riprende: è uno sforzo buono quello che stiamo facendo e non abbiamo l’arroganza di fare ad esempio tre proposte ai comuni. Il nostro compito è guardare questa storia senza l’ansia di fare i compiti e credere che questo lavoro stia dando risultati. Il Vescovo ha chiesto di custodire il modo di lavorare insieme, le relazioni fra di voi, e in questi mesi avete provato a tenere insieme i fili, pur a tratti.

Il Vicario presenta poi l’incontro con il Vescovo che si svolgerà a Verdellino; è in fase di preparazione la relazione sul lavoro fatto. Invita intanto a continuate il lavoro: non sarà facile vista la situazione attuale e stimola ad usare gli strumenti necessari (e-mail, etc.).

Il Vescovo chiede alle CET di avere particolare attenzione alla famiglia ed alla fragilità/ malattia/morte, luoghi fortemente coinvolti in questi mesi: sono quindi da tenere presenti nei lavori delle TE. Nelle famiglie stanno emergendo le conseguenze dei lutti e di quanto vissuto, con squilibri mentali, aggressività, etc., che provocano molto e comportano fatiche anche nostre; ed è qui “dove la vita accade”.

Ricorda che i riferimenti dei gruppi di TE sono i coordinatori; da parte sua finora ha scritto solo gli auguri di Pasqua, ma invita liberamente a contattarlo.

Comunica infine che una famiglia ha donato 40.000,00 euro alla nostra CET tramite una Associazione della Clinica di Zingonia, per sostenere famiglie in difficoltà; dal loro desiderio iniziale di devolverli in pacchi alimentari, ora si pensa ad interventi più mirati. Una cosa possibile nella CET è avvenuta, è un primo aggancio occasionale e unico con il territorio, con risorse economiche per l’azione di carità.

La riunione si conclude con i ringraziamenti, i saluti e la preghiera.

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