Centinaia di persone dentro e fuori santuario per l’inizio dell’iter di beatificazione di Giulia Gabrieli. Davanti all’altare è stato posizionato lo striscione «Giulia siamo con te» che ragazzi del Cre avevano dedicato a Giulia nell’estate 2011 e che i suoi amici hanno portato alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid.
Nel momento di preghiera il vescovo Beschi ha detto che: «In Giulia vediamo il grande amore per i suoi cari che si è esteso sempre più. Aprire un processo di beatificazione significa metterci in un cammino iniziato già da tempo e che ora percorriamo consapevolezza maggiore e condivisa. Abbiamo scoperto in Giulia in tesoro e vorremmo offrirlo al mondo».
Una quarantina di persone si erano ritrovate davanti al santuario della Beata Vergine di Lourdes per arrivare attraverso un pellegrinaggio alla Madonna dei campi a Stezzano. «Giulia siamo con te» è scritto sullo striscione che apre il corteo, lo stesso striscione che fu consegnato a Giulia la sera della festa finale del Cre 2011 dai suoi amici. La ragazzina lo poté vedere, nonostante fosse già bloccata in casa dalla malattia, dal terrazzo che si affacciava sul campo da calcio. Prima di mettersi in cammino il curato di San Tomaso don Marco Gibellini ha condotto la preghiera della coroncina.
Il Santuario della Madonna dei Campi di Stezzano era un luogo particolarmente caro a Giulia Gabrieli chei bergamaschi stanno imparando a conoscere, scoprendo i suoi scritti, le sue parole, il suo modo di guardare alla vita e al cielo. In quel santuario, poco distante dalle vie della città in cui viveva, tante volte aveva pregato e invitato a pregare.
La preghiera delle 20,30 con il vescovo di Bergamo Francesco Beschi, riveste un carattere del tutto straordinario perché va ad aprire il suo processo di beatificazione. Un luogo non consueto per un momento che prevede, accanto alla preghiera, alla Parola di Dio e al canto, anche precise procedure giuridiche che normalmente, quando riguarda Servi di Dio vissuti in un passato più remoto, si svolge nell’aula della Curia. (da L’ECO DI BERGAMO.it)