Parola del Parroco

Aprile 2019

Non vedere e credere…

Stiamo camminando con Gesù fino al Calvario, stiamo con Maria e il discepolo amato sotto la croce, e a Pasqua ci viene chiesto di “credere senza vedere…!”
È incredibile come in quasi tutto il gran finale del vangelo secondo Giovanni, dove si narrano il ritrovamento del sepolcro vuoto e le apparizioni del Risorto, tutto sembra ruotare attorno a due verbi decisivi: “vedere e credere”.

“Chi ha visto dà testimonianza perché anche voi crediate” (Gv 19,35-37) “…vide che la pietra era stata levata dal sepolcro” (20,1)
“Chinatosi vide i teli posati là…” (20,5)
“…ed entrò nel sepolcro e vide i teli posati là e il sudario…” (20,6-7)
“E vide e credette” (20,8)
“Abbiamo visto il Signore!” (20,25)
“Se non vedo nelle sue mani… io non credo” (20,25)

A prima vista sembrerebbe che il vedere sia determinante non solo per l’atto stesso di credere, ma anche per poter rendere testimonianza.
Pare che, alla luce dei versetti appena riportati di cui i protagonisti sono la Maddalena, poi Pietro e Giovanni, la visione e la fede stiano tra di loro in un rapporto inscindibile. Come se la fede, il credere, non potesse sussistere senza un “vedere” previo.
Giovanni, infatti, dice di aver visto e perciò ne dà testimonianza perché anche altri credano.
Sempre lui vede e credette.
Poi i discepoli vedono il Signore e Tommaso dice la sua assoluta necessità di vedere per poter credere. Ovunque si respira il bisogno di vedere per credere…

Poi arriva Gesù… che, come sempre, disarma tutti e lascia i cuori ricolmi di profondo stupore e di infinita gratitudine.

“Perché mi hai veduto, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” (20,29).

Beati quelli che non hanno visto! Beati noi!
Beati non solo perché non abbiamo visto nulla con gli occhi del corpo… anche se poi, a pensarci bene, cos’hanno mai visto gli occhi dei nostri amici Pietro e Giovanni? Hanno visto dei teli piegati? Un sudario? Un sepolcro vuoto? Cos’era tutto questo? Se ci riflettiamo a fondo, nessuno ha visto Gesù mentre risorgeva, nessuno è stato testimone oculare dell’atto del risorgere… nessuno era presente in quel momento… eppure… hanno creduto!

E a noi, cosa dice tutto ciò in questa Pasqua del 2019? Cosa vuole lasciarci questa beatitudine tanto inattesa?
Cosa desidera trasmetterci questa beatitudine che ha addirittura in se stessa una privazione?
Gesù ci dice: Beati! Beati se crederemo senza vedere… beati se ci fideremo di Dio anche senza prove o presunte nostre attestazioni… e questo non vale solo per la fede nella resurrezione, ma vale anche per tutto il bene che siamo chiamati a compiere e che forse non vediamo attorno a noi o in chi, questo bene, dovrebbe presentarcelo, mostrarcelo, dimostrarcelo…!
Gesù è chiarissimo: beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Noi invece prima vorremmo vedere… e poi, se proprio, credere. Ma invertire le cose non è certo facile. Non è semplice accettare di credere senza vedere.
Ma questa è la sfida… questo il passaggio da compiere: non vedere e credere!

Gesù ci dice che saremo beati se crederemo nell’Amore non “anche quando” non lo vedremo testimoniato… ma proprio quando non lo vedremo!
Allora scopriremo che quando tutto intorno e dentro noi sembra essersi fermato ai piedi della croce, quando le tenebre sembrano impossessarsi del nostro animo e rapirci la speranza, quando tutto sembra essere fallito… ecco la voce del Risorto che ci viene incontro:
“Beati voi… che non avete visto e avete creduto”.
Questo l’augurio, perché qui abita la gioia della Pasqua, qui dimora la pace vera, solo dono del Risorto!
Don Mauro

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